gualtieri

STATE ATTENTI ALLE PAROLE DI GUALTIERI: ''LA MANOVRA NON SARÀ RESTRITTIVA MA NON SFONDEREMO IL DEFICIT''. QUINDI SI AVVIA VERSO IL 2%, PROPRIO COME QUEST'ANNO. CHE VUOL DIRE A MALAPENA STERILIZZARE L'IVA, CON ZERO EURO PER ALTRE MISURE. VISTO CHE MOLTI PAESI NON VOGLIONO TOCCARE IL PATTO DI STABILITÀ, L'ITALIA DOVRÀ MUOVERSI NELLE IPOTESI DI FLESSIBILITÀ GIÀ PREVISTE. NON PROPRIO LARGHE…

roberto gualtieri

Gianni Trovati e Beda Romano per ''Il Sole 24 Ore''

 

 

Come altri governi italiani, anche quello appena nato sarà costretto a un sentiero stretto nel gestire le finanze pubbliche.

Da Helsinki, il ministro dell' Economia Roberto Gualtieri ha spiegato ieri che la Finanziaria per il 2020 rispetterà le regole di bilancio dell' Unione, ma non sarà "restrittiva". Un' impostazione, quella al centro ieri delle discussioni fra il neoministro e i suoi colleghi, che si tradurrebbe in una posizione di bilancio sostanzialmente neutra, non troppo lontana dai livelli di deficit di quest' anno. L' obiettivo è di usare i margini di finanza pubblica consentiti dal Patto di Stabilità e magari ottenere una moratoria negli adempimenti di bilancio.

 

«È ovvio che questo Governo si batte all' interno delle regole, che comprendono anche il pieno uso della flessibilità come chiesto da alcuni gruppi politici» e come detto dalla presidente eletta della Commissione europea Ursula von der Leyen, ha detto il ministro in una conferenza stampa, alla fine di una due-giorni di riunioni ministeriali. Entro metà ottobre, il ministero dell' Economia deve presentare un progetto di bilancio per l' anno prossimo.

 

Ai miei colleghi - ha aggiunto il ministro - «ho detto che una manovra restrittiva sarebbe controproducente e stiamo lavorando per collocarla nel quadro di una più generale e appropriata fiscal stance (posizione di bilancio, ndr) dell' area euro». La speranza italiana è che la Commissione europea possa concedere nuovi margini di manovra, consapevole che il rilancio dell' economia è indispensabile per contrastare disoccupazione giovanile ed estremismo politico.

DOMBROVSKIS

 

In pratica, nel debutto all' Ecofin come titolare dei conti italiani Gualtieri ha cercato il punto di equilibrio fra l' esigenza di evitare misure restrittive in tempi congiunturali difficili e quella di mantenersi nei binari delle regole comunitarie. Il problema è lo stesso per il bilancio italiano e per la posizione di bilancio europea. Ma i due piani non vanno confusi.

 

Per la manovra italiana il primo obiettivo è evitare l' anno prossimo un' ulteriore correzione del deficit, sia lo 0,6% chiesto dalla commissione nei mesi scorsi sia lo 0,25% che la matrice del Patto propone ai Paesi ad alto debito più in difficoltà con la crescita. È presto per individuare i decimali, che saranno definiti solo con i numeri ufficiali della finanza pubblica italiana in arrivo nelle prossime settimane.

 

conte ursula

Un' impostazione di questo tipo punterebbe a non allontanarsi troppo dal deficit di quest' anno, che in termini nominali dovrebbe chiudersi intorno all' 1,9%.

L' obiettivo è raggiungibile sfruttando i margini di flessibilità che le norme comunitarie concedono sulle spese straordinarie. Sul terreno europeo, invece, la discussione si gioca su un piano diverso, e con tempi più lunghi, per trovare un' impostazione più favorevole alle misure pro crescita, a partire dagli investimenti su temi considerati prioritari dall' agenda europea.

 

L' establishment comunitario sta infatti valutando se e come riformare il Patto di Stabilità, anche per promuovere investimenti pubblici nel settore dell' ambiente e del digitale, come promesso dalla Commissione entrante, in un contesto di forte rallentamento dell' economia. Non per altro il governo ha deciso di fare proprie queste due priorità, anche perché modifiche radicali del Patto appaiono poco probabili vista la freddezza di molti paesi membri

 

Sempre secondo l' ex deputato europeo, «sarebbe opportuno che a livello europeo si rispondesse al rallentamento economico con una posizione aggregata di bilancio più espansiva, a partire dai paesi che hanno maggiore spazio di bilancio e quindi più possibilità di rilanciare gli investimenti». In una lettera firmata dal premier Conte e dall' allora ministro Giovanni Tria in luglio, l' Italia si era impegnata «in un miglioramento del disavanzo strutturale» (si veda Il Sole 24 Ore del 4 luglio).

 

SYLVIE GOULARD URSULA VON DER LEYEN

A una specifica domanda sulla possibilità che il debito torni a scendere l' anno prossimo, il nuovo ministro ha spiegato che la nota di aggiornamento al Documento economico-finanziario (Def) è ancora in preparazione. Cauto, ha poi aggiunto: «È importante che in un Paese come l' Italia il debito sia su un percorso discendente e questo deve avvenire con una pluralità di elementi come il sostegno alla crescita, il rafforzamento della fiducia, la credibilità del Paese e quindi la riduzione della spesa per interessi».

 

Come il premier Giuseppe Conte mercoledì a Bruxelles, anche ieri a Helsinki il ministro è sembrato chiedere gradualità nel risanare i conti. Sulle privatizzazioni, «non esiste un piano del governo, stiamo lavorando () posso esprimere solo grande prudenza». Ha definito «irrealistico» l' obiettivo del precedente esecutivo di privatizzare per l' 1% del Pil nel 2019. «Non penso che le privatizzazioni siano uno strumento per fare cassa», anche perché le imprese statali «concorrono alla politica industriale» del paese.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO